La storia
della Fiat Panda è la storia di un'Italia in evoluzione, di anni decisivi fatti
di cambiamenti, di sogni, del lavoro di tanti. La citycar per eccellenza,
quella che ha invaso le nostre strade, una tra le utilitarie più vendute di
sempre sia, nuova che di seconda mano, vede la luce nel 1980, quando ai
vertici della Fiat vi era Carlo De Benedetti. All'epoca l'azienda torinese si
era già cimentata con diversi restyling per la 126 e la 127, ma era arrivato il
momento di produrre un'utilitaria diversa, al passo con i tempi, in grado di
aprire una nuova era nel mondo dell'automobile.
La prima Fiat
Panda venne presentata al Salone di Ginevra: firmata da Giorgietto Giugiaro, vantava un divano posteriore
rimovibile e i caratteristici vetri piatti. Economicità e semplicità erano i
diktat per Giugiaro che impreziosì un'altrimenti economica e banale auto, di
opzioni modulari, sulla base della quali “personalizzare” l'auto a seconda
delle proprie esigenze. Da un punto di vista della meccanica due erano le
versioni disponibili: la panda 30 con motore bicilindrico 650 raffreddato ad
aria della 126 e la panda 45 con il motore a quattro cilindri 900 raffreddato
ad acqua della 127. Un'auto semplice, ma robusta, adatta per l'utilizzo urbano
che in breve tempo conquistò anche i mercati esteri (la 45 veniva prodotta i
Italia, la 34 in Spagna dalla SEAT).
Tre anni dopo
vede la luce la versione 4x4 con sistema di trazione integrale e nel 1986 la
Panda viene sottoposta al suo primo restyling che coincide con il lancio di un
1.3 diesel. È il 1990 quando la Panda si evolve in versione elettrica e in
versione “Mondiali Italia 90”. Gli anni Novanta vedono solo un significativo
restyling quando verrà equipaggiata con il motore 1.1. Gli anni Duemila segnano
la seconda generazione della Fiat Panda, ma questa é tutta un'altra storia...
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