domenica 29 agosto 2021

Land Rover SVO presenta la Range Rover Sport SVR Ultimate Edition


La nuova Range Rover Sport SVR Ultimate dona tutta l’esclusività delle creazioni SV Bespoke all’ammiraglia da 575 CV – il SUV più potente e veloce di LR.

La nuova Ultimate Edition è disponibile in tre tinte di carrozzeria: le esclusive Maya Blue Gloss e Marl Grey Gloss, con la spettacolare base Glass Flake dall’intenso effetto stellato, e la Ligurian Black satin, per un aspetto stealth

I dettagli Fuji White a contrasto si estendono alle prese d’aria laterali e ai bordi del lettering godronato Range Rover sul portellone e sul cofano in fibra di carbonio, in tinta di carrozzeria

Altri miglioramenti esterni includono il tetto a contrasto Narvik Black, i cerchi forgiati da 22″ a cinque razze doppie e le pinze freni nere

Gli interni della SV Bespoke Ultimate includono soglie illuminate Ultimate edition, paddle al volante in metallo anodizzato nero e distintivi cromati SV Bespoke sui montanti B
L’ultimate edition debutterà nello stand Special Vehicle Operations al Salon Privé, Blenheim Palace, UK, 1-5 settembre

La Range Rover Sport SVR Ultimate edition è disponibile al prezzo di 164.500 Euro. Per dettagli, visitare: http://www.landrover.com/svo

I potenziali clienti Land Rover SV Bespoke sono invitati a discutere le loro richieste con gli esperti SV Bespoke al Salon Privé o tramite le Concessionarie Land Rover.

La sezione Special Vehicle Operations ha lanciato un’edizione speciale della Range Rover Sport SVR che offre per la prima volta in opzione le spettacolari tinte Glass Flake

Grazie alle esclusive combinazioni di colori di carrozzeria e ai dettagli interni creati dal Team SV Bespoke, la Range Rover Sport SVR Ultimate edition da 575 CV aumenta l’appeal del veicolo Land Rover più potente e veloce.

I tre colori di carrozzeria rifiniti a mano comprendono il Maya Blue Gloss e il Marl Grey Gloss, entrambi riservati esclusivamente alla Ultimate edition.

La delicate scaglie di vetro bianco della vernice base creano un intenso effetto stellato. Una terza opzione, dal sapore stealth, è il Ligurian Black Satin. Ogni colore è abbinabile al tetto a contrasto Narvik Black.

La cura del dettaglio del Team SV Bespoke giunge al lettering Range Rover su cofano e portellone, godronato nero con esclusivi bordi a contrasto Fuji White, come i dettagli dei parafanghi.

La forte identità della Ultimate è rafforzata dal cofano ventilato in carbonio nel colore di carrozzeria, dai cerchi da 22″ a cinque razze doppie e dalle pinze freni nere, complemento del tetto a contrasto Narvik Black, come le calotte degli specchietti, le cornici delle griglie, i particolari del parafango anteriore e le finiture del portellone.

La Range Rover Sport SVR è la più veloce, potente e dinamica Land Rover mai prodotta. Il modello attuale, di seconda generazione, è motorizzato da una versione 575 CV del 5 litri V8 Supercharged, che eroga 700 NM di coppia, in grado di accelerare la SVR da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e di farle raggiungere i 283 km/h.

La cura artigianale del Team SV Bespoke è evidente anche negli interni. Gli speciali distintivi cromati SV Bespoke sul montante B, i paddle del cambio in metallo nero anodizzato e le soglie illuminate Ultimate enfatizzano gli interni raccomandati Ebony ed Cirrus, che racchiudono i sedili Performance rivestiti in pelle Windsor, con Suedecloth a contrasto e firma SVR a sbalzo.

Nuovo showroom Bugatti a Singapore


La nuova casa del sud-est asiatico di Bugatti si trova a sud dei giardini botanici di Singapore e rifinita in modo impeccabile secondo gli standard eccezionali richiesti per soddisfare la nuova identità visiva dell’azienda. L’impresa è una partnership con Wearnes, un importante rivenditore di automobili di lusso fondato nel 1906. Lo showroom ha già aperto le sue porte agli amici più esigenti del marchio. L’architettura mozzafiato e ultra-contemporanea di Singapore, con Le Nouvel Ardmore, il Wallich Residence e The Sail a Marina Bay, per citarne solo alcuni punti salienti, risuona con la sede del marchio a Molsheim, in Francia. 

All’interno dell’Atelier Bugatti, le auto ipersportive del marchio sono meticolosamente realizzate a mano secondo le specifiche precise di ciascun cliente in condizioni incontaminate più simili a una sala operatoria che a una fabbrica di automobili. La sede Bugatti si trova ancora a Molsheim, dove Ettore Bugatti fondò l’azienda nel 1909. Quando i visitatori varcano le porte del nuovo showroom di Singapore, entrano in un ambiente intriso dello spirito Bugatti, passato e presente. La Bugatti Chiron Pur Sport funge da splendido centrotavola. Con il suo design sensuale e il motore W16 quad-turbo, la Chiron è la supersportiva di produzione più veloce, più potente ed esclusiva nella storia di oltre 110 anni di Bugatti. 

I visitatori possono immergersi in quella ricca storia attraverso varie mostre fisiche evocative, opere d’arte appositamente curate e film e animazioni unici. Il personale di Bugatti Singapore può organizzare appuntamenti di visione privati. Durante la loro visita, i clienti possono utilizzare la più recente tecnologia digitale e cataloghi soft-touch dal design accattivante, campioni di pelle di lusso e campioni di colori vivaci per creare la configurazione del proprio modello su misura. Bugatti Singapore è stata nominata “Service Partner of Excellence” nel 2020 per la sua meticolosa ed eccezionale cura e servizio per le esigenze dei clienti nella regione. 

Oltre a una nuova officina appositamente costruita dedicata a Bugatti, la nuova concessionaria dispone ora di due tecnici Bugatti esperti, pronti a volare in tutte le località dell’ampia regione in qualsiasi momento, dall’Asia del Pacifico e dalla Corea del Sud all’Australia e Nuova Zelanda.

domenica 22 agosto 2021

Maserati introduce i tre nuovi allestimenti: GT, Modena e Trofeo disponibili per Ghibli, Quattroporte e Levante

Maserati introduce nuovi ed esclusivi allestimenti per Ghibli, Quattroporte e Levante in occasione del rinnovamento della gamma con i Model Year 22 (MY22).

I tre nuovi allestimenti – GT, Modena e Trofeo – sono stati sviluppati non solo per soddisfare tutte le esigenze e le aspettative dei clienti, ma anche per poter esprimere al meglio le diverse anime di innovazione, performance e design della gamma Maserati.

Il DNA del Marchio viene in questo modo espresso attraverso proposte uniche, frutto del lavoro sinergico che ha visto protagonisti il Centro Stile Maserati e il Team di Sviluppo Prodotto, per una ricerca di materiali, dettagli e caratterizzazioni dedicate.

Allestimento GT. GT esalta il carattere, il fascino e l’eleganza di Maserati e incarna lo spirito più urban, minimal e contemporaneo del Brand, adatto ai cittadini del mondo, dinamici e curiosi, attenti alle tendenze, ma dallo stile ricercato e personale.

Ghibli GT e Levante GT sono equipaggiate con un 4 cilindri mild hybrid da 330 CV.

Quattroporte GT è, invece, spinta da un motore V6 da 350 CV.

Nella caratterizzazione degli esterni, questo allestimento arricchisce i modelli della gamma con inseriti cromati, mentre i cerchi sono in lega da 18’’ (per Ghibli e Levante) o 19’’ (per Quattroporte). A completare il look degli interni sedili comfort in pelle e Dark Mirror Trim su Ghibli GT, radica su Quattroporte GT, mentre Levante GT abbina Black Piano Trim.

Allestimento Modena. Modena è rivolta ai clienti che amano il mondo dello sport, inteso come mezzo attraverso il quale godere al meglio del proprio tempo e del contesto. Per chi cerca un equilibrio tra l’eleganza innata, il dinamismo e il fun to drive.

Ghibli Modena e Levante Modena sono equipaggiate con la motorizzazione benzina V6 da 350 CV. Per Ghibli e Levante sono disponibili anche le versioni Modena S da 430 CV.

Quattroporte Modena presenta il motore V6 da 430 CV.

L’allestimento esalta le caratteristiche atletiche con paraurti sportivo con inserti Black Piano e cerchi in lega da 20’’. Nell’abitacolo ogni dettaglio richiama il divertimento di guida tipico del Brand, con gli avvolgenti sedili sportivi in pelle e gli interni Black Piano Trim per Levante e Quattroporte o Dark Mirror Trim per Ghibli.

L’allestimento Modena S prevede, invece, la caratterizzazione Nerissimo Pack e le pinze dei freni rosse.

Allestimento Trofeo. Trofeo rappresenta la massima performance di Maserati, esplicitamente sulle prestazioni. Questo allestimento è adatto a chi ama le prestazioni estreme. Si tratta del top di gamma, come allestimento e, soprattutto, come prestazioni grazie al potente motore V8 Twin Turbo da 580 CV. A completare il look degli esterni, le finiture in fibra di carbonio, i cerchi in lega da 21’’ e le pinze freni rosse. Gli interni sono esclusivi, con sedili sportivi in pelle naturale “Pieno Fiore”.

Ghibli, Quattroporte e Levante Trofeo rappresentano una dimensione estrema, ancora più performante e veloce, ma sempre indiscutibilmente elegante e sicura.

Dal punto di vista stilistico i tre nuovi allestimenti (GT, Modena e Trofeo) presentano negli esterni il nuovo logo Maserati sul cofano (inserito in gamma a partire da MC20), nuovo logo Tridente sul montante C e rinnovato lettering sul posteriore. Inoltre sui lati, appena sopra le tre iconiche prese d’aria è presente il badge specifico dell’allestimento (che riporta la scritta GT o Modena o Trofeo). Anche negli interni compare il nuovo lettering Maserati sullo schermo centrale e il nuovo logo “Trofeo” sui poggiatesta.

Gli allestimenti GT, Modena e Trofeo per Ghibli, Quattroporte e Levante sono ordinabili, con l’introduzione del MY22, a partire dal 1 Luglio 2021.

Ssangyong Rexton: la prova

TORTORETO LIDO – Ssangyong rinnova il suo SUV top di gamma, il Rexton. La nuova versione del veicolo made in Corea, è disponibile con 1 Motore Turbodiesel 2200 da 202 cv, negli allestimenti Dream, Icon.

Gli Esterni

Esternamente il Rexton è una suv di grandi dimensioni lunga 485 cm e larga ben 196 cm, offerta nelle versioni a 5 posti, con due file di sedili, oppure a 7 posti, con tre file. Il SUV coreano ha una nuova mascherina: più larga ed estesa verso il basso, come vogliono le attuali tendenze, ha la cornice più spessa ed è impreziosita da cromature nella parte centrale, che la fanno apparire tridimensionale. In più, ci sono rinnovate aperture nella parte bassa del fascione, cambia lo stile delle luci diurne ed è nuovo il disegno interno dei fanali, ma arrivano anche inediti fregi nel fascione posteriore, cerchi di 20” e scarichi.
Gli Interni

Internamente l’abitacolo appare più ricercato ed esclusivo: per le versioni più lussuose, ci sono nuovi sedili in pelle con finiture a losanga nelle parti laterali; inoltre, la pelle si trova anche nei pannelli delle portiere e ciò è studiato per rendere l’insieme più appagante. Le poltrone della seconda fila hanno la seduta più ampia e lo schienale maggiormente reclinabile. La Rexton ha ora uno schermo di 12,3” con funzioni di cruscotto e un rinnovato tunnel fra i sedili: ospita un porta-oggetti, celato da una copertura a serranda. Infine, arrivano la presa a 12 volt e due usb per i passeggeri della seconda fila, che così possono tenere in carica i loro dispositivi multimediali.

Il Test Drive

Ed ora il momento del test drive: la Ssangyong Rexton guidata è stata la 2200 Icon da 55580 €. La nuova Rexton è ancora più imponente e lussuosa della precedente serie, e ancora di più si candida a essere un punto fermo nel mondo dei SUV lussuosi di taglia L. Nonostante le forme non siano proprio compatte (485 cm di lunghezza e 196 cm di larghezza), la Rexton è molto maneggevole e agile nel traffico e una gran stradista nei percorsi extraurbani e autostradali. Merito dell’ottima qualità costrutttiva coreana degli ingegneri di casa Ssangyong, di uno sterzo sempre pronto e reattivo, di un ottimo cambio automatico fluido e rapido negli innesti. Sotto il grande cofano, scalpita il cuore pulsante della Rexton: il 2200 Turbodiesel da 202 cv. Questo motore, unico disponibile, è ben dimensionato rispetto alla mole del veicolo, e garantisce ottime prestazioni complessive al veicolo made in Corea.

Il Listino Prezzi

Infine il listino prezzi: si va da 49000 € della 2200 Dream 5 Posti per arrivare a 55500 € della 2200 Icon 7 Posti (Diesel).

L’auto in oggetto è stata provata presso la Concessionaria Ssangyong – Rivenditore Autorizzato Kia “Andrea Car” di Tortoreto Lido

(Bruno Allevi)

Il ritorno della Countach

Automobili Lamborghini presenta la Countach LPI 800-4: un’edizione limitata futuristica che rende omaggio alla Countach, icona anticonformista dal design e dalla tecnologia rivoluzionari, in occasione del suo 50° anniversario.

Sono immediatamente riconoscibili le linee puriste ispirate alla Countach, antesignana delle supersportive moderne e del design Lamborghini. La Countach LPI 800-4 mantiene inalterati l’esperienza e il suono inimitabili del V12 Longitudinale Posteriore (LP), uniti alla tecnologia ibrida (I) sviluppata per la Sián. Il V12 a trazione integrale permanente della LPI 800-4 eroga una potenza di 780 CV, combinata ai 34 CV del motore elettrico, per un totale di 814 CV (arrotondati a 800 nel nome) e raggiunge prestazioni eccezionali, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 2,8 secondi, da 0 a 200 km/h in 8,6 secondi e una velocità massima di 355 km/h.

Countach: l’antesignana del design delle supersportive moderne

La Countach LPI 800-4 è la nobile erede delle generazioni precedenti, una testimonianza dell’impatto duraturo del design originale che diventò l’icona degli anni Ottanta, un simbolo del settore automobilistico e di uno stile di vita che faceva tendenza. Countach, un’espressione decisamente adeguata che esprime sorpresa e stupore in dialetto piemontese e si pronuncia “cuntac” (con la “c” finale dolce), è uno dei pochi nomi di modelli Lamborghini che non fa riferimento ai tori.

Il profilo caratteristico della Countach, con la sua linea essenziale che la percorre dal lato anteriore a quello posteriore, gli angoli affilati, le linee decise e la carrozzeria cuneiforme, ha innovato il design delle supersportive moderne e dei futuri modelli Lamborghini. La Countach LPI 800-4 sviluppa le linee caratteristiche dei cinque modelli precedenti, realizzati nel corso di quasi 20 anni, concentrati nella realizzazione dell’iconico design automobilistico.

Il profilo finale è puro e pulito e presenta riferimenti alla prima versione, la LP 500, e alla LP 400. L’ispirazione del frontale della LPI 800-4 alla versione Quattrovalvole della Countach si nota nelle linee decise del cofano anteriore, con griglia e fari rettangolari, lunghi e bassi, e nei passaruota con il tema esagonale. La silhouette dell’abitacolo, fortemente inclinata, riprende la Countach originale, accanto alla linea potente e pulita che attraversa completamente la vettura. L’assenza dell’alettone esalta la purezza posteriore mentre gli airscoop sono integrati armonicamente nelle robuste spalle della vettura, impreziosite dalle tipiche griglie lamellari della Countach. Le iconiche prese d’aria NACA, potenti dal punto di vista aerodinamico, solcano i lati e le portiere della Countach LPI 800-4, mentre le linee distintive del Periscopio, specialmente se viste dall’alto, attraversano il tetto fino al posteriore della vettura, sembrano fluttuare verso il posteriore dell’auto.

La parte posteriore della Countach LPI 800-4 è immediatamente riconoscibile per la sua caratteristica forma a cuneo rovesciato, con il paraurti dalla linea più abbassata e slanciata e il design esagonale dei tre gruppi ottici. La LPI 800-4 sfoggia i quattro terminali di scarico caratteristici della famiglia Countach, collegati all’interno del diffusore in fibra di carbonio. L’accesso per conducente e passeggero avviene attraverso le iconiche porte ad apertura a forbice, introdotte per la prima volta sulla Countach e che sono diventate un simbolo del V12 Lamborghini.

Ingegneria ad alte prestazioni per una nuova era

Il motore V12 della Countach originale, montato longitudinalmente sul posteriore con un parziale inserimento nella cabina anteriore, è leggendario tanto quanto il design. La vettura era inoltre dotata di radiatori laterali mutuati dalla Formula Uno, di un cambio rivolto in senso di marcia e di un telaio tubolare. Era rivoluzionaria sia nel suo approccio all’ingegneria sportiva che nel suo aspetto sorprendente: la posizione del motore era stata scelta per ottimizzare la distribuzione del peso e l’equilibrio e, naturalmente, il dodici cilindri ad aspirazione naturale regalava emozioni incredibili alla guida. Nella Countach si fusero le migliori tecnologie disponibili per realizzare una vettura straordinaria: questa filosofia visionaria si riflette nella Countach LPI 800-4, massima espressione delle tecnologie e dell’ingegneria Lamborghini attualmente disponibili, per dare vita alle prestazioni che ci si attende da una Countach nel 2021.

Il V12 Lamborghini da 6,5 litri, con una potenza di 780 CV, è combinato con un motore elettrico da 48 volt montato direttamente sul cambio, che eroga ulteriori 34 CV di potenza per una risposta immediata e un aumento delle prestazioni: si tratta dell’architettura innovativa e unica che Lamborghini ha sviluppato per la Sián, l’unica tecnologia mild hybrid che crea un collegamento diretto tra motore elettrico e ruote, mantenendo inalterato il comportamento del V12. Il motore elettrico è alimentato da un supercondensatore che fornisce una potenza tre volte superiore rispetto a una batteria agli ioni di litio con lo stesso peso.

La monoscocca e tutti i pannelli della carrozzeria sono in fibra di carbonio, per una soluzione leggera ottimale e un’eccezionale rigidezza torsionale: il peso a secco della Countach LPI 800-4 è di 1.595 kg, con un rapporto peso -potenza di 1,95 kg/CV. Gli esterni presentano diversi elementi in fibra di carbonio nello splitter anteriore, intorno al parabrezza e agli specchietti retrovisori, sulle prese d’aria del cofano motore e sul battitacco; questo materiale è inoltre sempre presente in dettagli specifici degli interni. Le bocchette di ventilazione regolabili realizzate con una tecnologia di stampa 3D all’avanguardia e un tetto fotocromatico, in grado di passare dalla tinta unita alla trasparenza con un pulsante, ricordano che questa vettura, nonostante l’ispirazione storica, è pronta a diventare un’icona del settore automobilistico del 21° secolo.

Debutto mondiale al The Quail: A Motorsports Gathering, negli Stati Uniti

Oggi la Countach LPI 800-4 viene presentata al The Quail, negli Stati Uniti, in un colore unico, Bianco Siderale, con un tocco di blu perlato che ricorda la Countach LP 400 S personale di Ferruccio Lamborghini, e interni in pelle rossa e nera che omaggiano gli originali, reinterpretati per l’abitacolo di una vettura moderna. La lussuosa pelle classica presenta cuciture geometriche sui sedili Comfort e sul cruscotto, progettati appositamente, e un motivo quadrato che rimanda allo stile audace e all’ottimismo del design e della tecnologia degli anni Settanta.

Le ruote da 20″ (anteriori) e 21″ (posteriori) della Countach LPI 800-4 sono state realizzate nello stile “telefonico” degli anni Ottanta e sono dotate di dischi freno carboceramici e pneumatici Pirelli P Zero Corsa.

I clienti dell’esclusiva Countach LPI 800-4 edizione limitata possono scegliere tra una gamma di opzioni a tinta unita per i colori degli esterni, ad esempio gli iconici Impact White, Giallo Countach e Verde Medio. In alternativa, la palette attuale offre colori moderni, per lo più metallici, come Viola Pasifae o Blu Uranus.

Gli interni sono disponibili in quattro configurazioni, Unicolor o Bicolor, ed è inoltre possibile scegliere tra una selezione di colori speciali per il rivestimento interno (cinque colori), il soffitto e le cuciture.

Per la gestione dei comandi della vettura, che includono connettività e Apple CarPlay, è disponibile un touchscreen HDMI centrale da 8,4″ realizzato appositamente per la LPI 800-4. Premendo l’inedito pulsante “Stile” (Design) il sistema di infotainment racconta la filosofia del design della Countach al suo pubblico privilegiato.

La vettura è stata realizzata in 112 esemplari: un rimando a “LP 112”, il nome del progetto utilizzato internamente durante lo sviluppo della Lamborghini Countach originale. La Countach LPI 800-4 sarà consegnata a partire dal primo trimestre del 2022 ai clienti di tutto il mondo, che avranno il privilegio di guidare un pezzo della storia automobilistica reinventato per il futuro.

domenica 1 agosto 2021

Volkswagen lancia la Taigo


Un’inedita e accattivante carrozzeria è pronta al debutto: la Volkswagen propone un nuovo design di carattere nel cosiddetto segmento B. Con la Taigo, la Volkswagen propone il suo primo SUV coupé in questa classe.

La vettura si differenzia per il suo look, la posizione di seduta rialzata e la versatilità nell’uso quotidiano. Convince inoltre con il suo carattere completamente nuovo in questo segmento da grandi volumi di vendita e la dotazione completa. L’andamento a scendere della zona posteriore della Taigo, in perfetto stile coupé, non limita lo spazio per la testa dei passeggeri. Così la Volkswagen aggiunge alla sua gamma di modelli compatti a trazione anteriore basati sul pianale modulare trasversale MQB, costituita da Polo e T-Cross, una terza variante di carrozzeria con una linea finora riservata quasi esclusivamente ai modelli della fascia di prezzo alta.

I punti cardine della Taigo sono principalmente design e individualità. Dotato di serie di fari Full LED, strumentazione interamente digitale e sistemi infotainment di ultima generazione MIB3, il SUV coupé lungo appena 4,26 metri pone nuovi standard nella sua classe in fatto di tecnologia.

Sul mercato tedesco la Taigo dispone già di serie di sistemi di assistenza completi di ultima generazione come l’assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assist o il sistema anticollisione Front Assist. Viene prodotta in Spagna, a Pamplona. Come la Polo e la T-Cross, il nuovo SUV sportivo sarà commercializzato in tutta Europa. In Brasile la Taigo prende il nome di Nivus e viene prodotta con caratteristiche differenti, specifiche del mercato.

Il design: originale e muscoloso.

Il design è affidato a Marco Pavone, Responsabile del Design degli esterni del marchio Volkswagen. Insieme al fratello José Carlos Pavone, Responsabile del Design della Volkswagen Sud America, ha già realizzato numerosi progetti. Marco e José Carlos Pavone sognavano di lavorare nel team Design della Volkswagen già dai tempi della scuola. Alla loro candidatura sono legati i primi schizzi che avrebbero poi determinato il design delle automobili del futuro. Oggi, circa 35 anni più tardi, i due fratelli si aggiornano costantemente a vicenda sugli ultimi sviluppi nel settore Design della Casa.
Il design della Taigo in versione europea si contraddistingue per le proporzioni vigorose. Colpisce in particolare l’andamento da coupé in cui si inserisce un montante posteriore fortemente inclinato in avanti. Ispirato ai SUV coupé delle classi superiori, questo rende la Taigo unica nel suo segmento. La prospettiva laterale si distingue inoltre per le linee molto precise e nette che, insieme ai cerchi di grandi dimensioni e alle pannellature del passaruota dimensionate di conseguenza, sottolineano il forte carattere della Taigo. Lo sbalzo posteriore si presenta volutamente maggiorato, a sottolineare la funzionalità della vettura.

Sportiva, urbana ma anche robusta: con la sua forma molto personale, la Taigo si fa notare già al primo sguardo. La capacità del bagagliaio è pari a ben 438 litri. Di conseguenza, con i sedili tutti in uso, nonostante le sue linee coupé la Taigo offre pressappoco lo stesso spazio di stivaggio del SUV compatto T-Cross con divano posteriore scorrevole (fra 385 e 455 litri).

Il design anteriore e posteriore si distacca fortemente da quello del resto della famiglia di modelli. Tutti gli elementi di illuminazione esterni, dai fari ai gruppi ottici posteriori, sono caratterizzati di serie dalla tecnologia a LED. Grazie al nuovo design delle luci è stata realizzata un’accattivante firma luminosa diurna e notturna. A partire dalla linea di allestimento Style, la Taigo dispone di serie dei nuovi fari a LED Matrix IQ.LIGHT e di una barra trasversale illuminata nella calandra. In questo modo si riallaccia dal punto di vista stilistico ai modelli ID. della Volkswagen e alla nuova versione di Golf, Arteon, Tiguan Allspace e Polo, che presentano anch’essi questa caratteristica fascia luminosa a LED, come dotazione a richiesta o a seconda dell’allestimento. La banda luminosa si fa notare anche nella coda sottolineando la particolare larghezza e il carattere della Taigo. Inoltre, un proiettore dalla pronunciata struttura a nido d’ape negli specchietti retrovisori esterni è disponibile di serie a partire dalla linea Life.
Passando agli interni, la Taigo convince presentandosi di serie con un evoluto volante multifunzionale e comandi razionali. I sistemi infotainment si basano sull’ultima generazione di piattaforma modulare di infotainment MIB3, che include Online Control Unit (eSIM) e App-Connect Wireless
(a seconda dell’allestimento). La versione del Climatronic con superfici touch essenziali (disponibile a richiesta) si integra senza soluzione di continuità nel moderno look dei grandi display. L’unità di comando dispone di comandi touch e cursori sensibili al tocco. Viene offerta in forma simile anche sui modelli più grandi, come Tiguan, Passat e Arteon e sottolinea la grande pregevolezza degli interni della Taigo.

Guida parzialmente automatizzata sulla Taigo

IQ.DRIVE Travel Assist.

Anche in fatto di assistenza alla guida, il nuovo SUV è caratterizzato da un’ampia condivisione con le Volkswagen dei segmenti superiori. La Taigo offre a bordo il sistema IQ.DRIVE Travel Assist. In questo optional sistemi quali, tra gli altri, il nuovo ACC predittivo (regolazione automatica della distanza in considerazione dei limiti di velocità e dei dati sul percorso del sistema di navigazione) e l’assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assist si fondono in un nuovo sistema di assistenza, consentendo così la guida parzialmente automatizzata fino a una velocità massima di 210 km/h. Il nuovo volante multifunzione di serie in questa versione è provvisto di superfici capacitive, che con il sistema IQ.DRIVE Travel Assist attivo hanno lo scopo di verificare che il guidatore abbia le mani sul volante, come prevede la normativa del livello 2 della guida automatizzata per l’UE. La Taigo è dotata di serie di sistemi di assistenza quali il controllo perimetrale Front Assist comprensivo di funzione di frenata di emergenza City e Lane Assist. Pochi modelli di questa classe di veicoli vantano a bordo una gamma di sistemi di assistenza così innovativi, per un comfort e una sicurezza superiori.

Quattro linee di allestimento con dotazioni di serie personalizzate

Taigo, Life, Style e R-Line.

La Volkswagen ha riorganizzato le sue linee di allestimento per tutte le serie, rendendole più intuitive. Le funzionalità preferite dalla maggior parte degli acquirenti, quali i fari a LED e il Digital Cockpit, sono integrate già nella dotazione di serie della Taigo, come avviene nella nuova Polo. Questo rende l’offerta ancora più chiara e convincente nei confronti dei Clienti. Per il nuovo modello di crossover, il configuratore parte con la versione base Taigo (non offerta al lancio in Italia), per passare poi alla versione Life e alla successiva scelta fra le versioni parallele Style (non offerta al lancio in Italia) e R-Line. Tutte e quattro le linee di allestimento convincono per il loro prezzo adeguato e possono essere ulteriormente arricchite e personalizzate con interessanti pacchetti di allestimenti o singoli optional.

Otto colori e Roof Pack.

La Taigo debutta in otto colori esterni: due standard, cinque metallizzati e uno effetto perla.
Tutti i colori della carrozzeria a eccezione del Deep Black possono essere combinati con un tetto a contrasto in nero, disponibile a richiesta con il Roof Pack.

Le dimensioni dei cerchi dipendono dalla linea di allestimento scelta e spaziano fra 16” e 18”. Tra i numerosi equipaggiamenti a richiesta figurano, tra l’altro, un grande tetto panoramico apribile sollevabile e scorrevole, il Digital Cockpit Pro con display da 10,25”, rivestimenti dei sedili ArtVelours, comandi vocali, il pacchetto di design Black Style per la R-Line e il sound system beats con 6 altoparlanti e una potenza di

300 watt. L’amplificatore è collocato in posizione salvaspazio nel vano della ruota di scorta. Così non viene compromesso l’utilizzo flessibile del bagagliaio.

Motorizzazioni TSI efficienti per il lancio sul mercato

Due versioni a tre cilindri e una a quattro cilindri.

La Volkswagen prevede per la Taigo, sempre con trazione anteriore, motori a benzina ad alta efficienza che erogano potenze di 95, 110 e 150 CV. La velocità massima è pari rispettivamente a 183 km/h, 191 km/h e 212 km/h. In base alla motorizzazione, il passaggio tra i rapporti viene eseguito manualmente tramite il cambio manuale a 5 o a 6 marce o il cambio a doppia frizione a 7 marce (DSG).

Citroen 2CV. Quando la necessità divenne poesia di successo


ROBERTO BERLOCO - Può la necessità di un’autovettura, concepita e voluta all’altezza delle esigenze degli umili della società, finire per animare una poesia fatta lamiera e motore, alla quale spezzare pure il merito d’un successo commerciale oltre ogni aspettativa? Il responso è si! E la prova materiale è offerta dalla Citroen 2CV.

Appartenente ad un’epoca che parte proprio dal 1935, l’anno della morte di André Citroen, l’idea della 2CV - cioè due cavalli, ma cavalli in senso fiscale, mentre quelli di potenza, al momento del parto al pubblico, erano 9 per 375 cc e 2 cilindri - nacque sulla base di precise ed espresse indicazioni da parte di Pierre Jules Boulanger, amministratore unico della Casa del Double Chevron, una volta che la maggioranza azionaria passò dal fondatore alla Michelin.

A provocare verso il concepimento industriale della “Deux Cheveux” - come fu appellata in lingua materna - oppure “Dodoche” - come venne anche affettuosamente soprannominata, appena un delizioso epiteto di quelli tipici francesi - ed il suo seguente getto sul mercato, avvenuto nell’immediato Secondo Dopoguerra,  Boulanger si spinse determinato per una coppia di ragioni fondamentali. Da una parte, la necessità di risollevare le sorti economiche dell’azienda, in crisi da parecchio prima delle situazioni che si svilupperanno con gli eventi bellici. Dall’altra, condivisa con gli altri marchi produttori automobilistici d’Oltralpe, la volontà di portare il grosso della popolazione, vale a dire la porzione meno agiata, all’opportunità di muoversi su quattro ruote.

La sua pressione fu recepita con tale intraprendenza e spirito di zelo dai responsabili dello stile che, in breve tempo, fu realizzato un prototipo piuttosto singolare - denominato “TPV” (“Trés Petite Voiture”, ossia, tradotto in italiano, “auto assai piccola”) - ma fedelmente rispondente alle caratteristiche volute, tra cui quella d’andare incontro perfino al bisogno di carico e movimento di piccoli agricoltori.

Il campione sperimentale conobbe diverse interpretazioni, che si succedettero negli anni, man mano che emergevano criticità e s’approntavano le migliorie necessarie, le quali mai, comunque, snaturarono nella sostanza il disegno primigenio.

L’ultima delle versioni, costituita in lega metallica e d’una telatura per tetto e area del baule posteriore, vide luce nel 1939 e si presentava abbastanza simile al modello che sarà, poi, destinato alla prima commercializzazione. Anzi, essa piacque tanto a Boulanger da portarlo quasi a decidere per la sua presentazione ufficiale.  A trattenerlo, ma davvero a stento, fu solo l’inizio della guerra accesa dalla Germania di Adolf Hitler, mentre, a fargli riprendere il piglio di procedere fu il termine delle ostilità, coincidente alla vittoria definitiva degli Alleati.

Prima del lancio definitivo, avvenuto a Parigi nell’Ottobre del 1948 e di fronte alle massime autorità dello Stato, si lavorò, comunque, alla definizione d’alcuni particolari, come il meccanismo di molle elicoidali ed ammortizzatori delle sospensioni, le quali, appunto per le singolari peculiarità che sviluppavano (l’auto letteralmente danzava ad ogni asperità del suolo stradale, ma senza che ne venisse compromessa la stabilità di marcia), rappresenteranno un motivo a parte, quasi una sorta di classico all’interno di un classico.

Ma, soprattutto, venne interessata la matita dell’italianissimo Flaminio Bertone, che contribuì efficacemente  ad un raggentilimento estetico complessivo, un’ultima, importante, preziosa mano prima dell’approdo al prodotto finale. E sarà sempre un italiano, l’ingegnere di origini piemontesi Walter Becchia, ad imporre l’ultima parola quanto al motore, da due cilindri come nella concezione originaria, ma migliorato sotto vari aspetti, aggiungendo anche alcune novità, come la quarta marcia.

In realtà, le prime impressioni del giornalismo di tema non furono subito così tese ad una felice accoglienza. Anzi. Soprattutto, colpiva male l’elementarità della struttura, con quel senso di estrema  essenzialità che finiva per sapere d’una insopportabile pacchianeria, tanto era così ben riuscito. Malgrado la sostanziale uniformità della stampa specializzata nell’assenza di entusiasmo, i vertici della Casa procederono come da programma ai passaggi successivi, in particolare quelli della commercializzazione, a partire dal raggiungimento dei punti vendita in terra di Francia, dove venne consegnato un esemplare da mostra nei giorni successivi alla presentazione.

In barba alle attese catastrofiche della critica, il modello piacque immediatamente, al punto che il numero degli ordini cominciò ben presto a lievitare assai oltre quello delle iniziali disponibilità.

Nel corso degli anni, la 2CV conobbe aggiornamenti costanti, soprattutto con riguardo ad elementi della carrozzeria, che andò arricchendosi e abbellendosi fino al 1960, quando s’operò il primo, deciso intervento di ristilizzazione.

Per quanto, nella sostanza, il disegno della partenza commerciale non mutasse un granché, le modifiche apportate furono bastevoli per portarsi alla conclusione d’un deciso cambio di rotta, particolarmente quanto al lato dell’aerodinamica. Solo per  fare un esempio, veniva coinvolto il cofano davanti, che, adesso, scivolava privo di sinuosità ed era rafforzato da venazioni funzionali, prima di congiungersi alla calandra, più contenuta rispetto al passato (e queste rimarranno le dimensioni anche per l’intero corso della sua esistenza avvenire).

Di questo periodo, inoltre, è la speciale variante “Sahara”, pur essa con una forte attitudine ad entrare nell’affetto delle masse, anche se, in questo specifico caso, non anche nelle disponibilità di portafoglio dei più, a causa di un costo di listino assai elevato. Si trattava d’una elaborazione a trazione integrale, quattro ruote motrici curiosamente ottenute, però, tramite due motori, uno applicato all’assale delle ruote anteriori, l’altro a quello delle posteriori, ognuno collegato ad una propria chiave per la messa in moto. Adesso, tale genere di soluzione potrebbe condurre ad un comprensivo sorriso, ma, per l’epoca, rappresentava un’ottima dimostrazione di avanzamento della tecnologia.

I vertici della Casa si decisero per questa peculiare declinazione su pressione della principale compagnia petrolifera francese dell’epoca (quella che, in seguito, sarebbe stata denominata “Total”) e di altre entità, tra cui il Corpo Forestale ad esempio, per esigenze naturalmente intuibili.

Anche dopo il 1960, durante gli anni, anzi, i decenni a seguire, la 2CV andò incontro ad altre modifiche estetiche, ma pure dal lato della motorizzazione, la cui potenza crebbe gradualmente dagli iniziali 9 cv per 375 cc di cubatura ai 28,5 cv per 602 cc della versione del 1970 (alle soglie degli anni ‘80, s’aggiungerà un mezzo cavallo, ma sarà davvero l’ultimo incremento).

Fino all’Estate del 1990, cioè fino all’ultimo degli esemplari prodotti in uno stabilimento portoghese della Citroen, di “Dodoche”, tra sue varie visioni migliorate (come le ultime “Special” o “Charleston”), varianti (“Sahara”), infine, volendo comprendere nel suo concetto anche filiazioni dello stesso progetto originario (“Mehari”, “Dyane” o “Ami”), erano state prodotte all’incirca dieci milioni di unità.

L’enorme successo della 2CV, particolarmente tra le fasce giovanili, fu innescata dalla felice combinazione d’un prezzo decisamente popolare con costi di manutenzione bassi e, soprattutto, con linee che sapevano di una singolare freschezza stilistica, come anche d’una originalità capace di imporsi ai gusti e al tempo.

La simpatia naturalmente sprizzante da quelle vistose evoluzioni della carrozzeria, come tutte quelle curve che s’alternavano secondo la trama d’una commedia di Moliere, pareva quasi il corollario pienamente riuscito d’un progetto che era nato speciale perché per un fine speciale, anzi, uno addirittura moralmente nobile, visto che l’obiettivo di fondo era di sovvenire alle esigenze dei ceti meno abbienti della società francese.

Quella sagoma che, soprattutto nell’ultimo ventennio di produzione, faceva tanto vintage e da stimolo affettivo, sarebbe divenuta un mito certificato nella storia dell’automobile solo dopo aver fatto solido e definitivo ingresso nel cuore della gente comune. Un destino singolare, toccato solo a rare altre vetture, quasi nessuna, comunque, così longeva da durare mezzo secolo senza mai perdere il ritmo e il respiro del successo (l’esempio più significativo, quello per cui è possibile instaurare una reale analogia, anche per l’aspetto delle ragioni morali alla base della sua concezione, sarà offerto dalla Wolkswagen Typ 1, maggiormente nota al mondo come Maggiolino).

Naturale, così, che le stesse tentazioni di viverla oltre l’ambito ordinario, prendessero facilmente corpo anche in altre direzioni. Come quella sportiva, espressa da campionati monomarca organizzati non solo in Francia, ma pure da partecipazioni a gare di lunga durata, ovviamente per la categoria corrispondente. O come quella della cinematografia, emergente in diverse pellicole per il grande schermo, tra cui “Solo per i tuoi occhi”, dove appare, nella versione “6 Club” e tinta d’uno sgargiante giallo, immersa in spericolare peripezie ed inseguimenti mozzafiato tra alcune strade spagnole, guidata dall’attore britannico Roger Moore nei panni di James Bond.

Al giorno d’oggi, a distanza di oltre trent’anni dalla dismissione della sua produzione, di questo storico modello rimangono una solida memoria ed un entusiasmo ancora in stato d’assoluta integrità, soprattutto tra le generazioni che gli sono state contemporanee, mentre, per quelle che appartengono al nuovo millennio, è sempre una piacevole sorpresa scoprire la 2CV anche solo casualmente, magari scorgendola passare con il volante tenuto ben stretto tra le mani di qualche appassionato, il quale non rinunzierà mai al piacere di possedere una leggenda che, malgrado la leggerezza del corpo vettura, ha lasciato un solco assai profondo tra le pagine della grande storia dell’automobile.