domenica 2 ottobre 2022

Ferrari Purosangue. Voglia di SUV, ma anche no

ROBERTO BERLOCO - Purosangue. Nome di battesimo dell’ultima creatura della Casa del Cavallino rampante, l’azienda romagnola che rappresenta una delle gioiellerie mondialmente più apprezzate della produzione automobilistica italiana. 

Purosangue. Nome anche, però, di una decisa rottura con un glorioso passato e, sia chiaro, pure con un presente sempre di successo, identificabile con un preciso stilema, che può conoscere varianti e declinazioni, ma più apparenti che reali, perché rimane sempre fedelmente, squisitamente identico a sé medesimo.

Lunga quasi cinque metri, per poco più di due metri di larghezza e il metro e sessanta sfiorato in altezza, il nuovo orgoglio di Maranello si fa largo tra i puristi del marchio facendo decisamente più rumore di tutti i modelli che l’hanno preceduta. Imponendo un nuovo, inedito ritmo di danza nello stesso entusiasmo che, ad ogni parto di una Rossa, circonda l’apparire dell’ultima arrivata. E già perché, questa volta, nella Casa motoristica che, insieme a poche altre, più grida il prestigio italiano nel pianeta, hanno deciso di contravvenire alle tradizionali aspettative, lanciando una novità che pesasse in modo tutto speciale.

E’ così che è nata la prima Ferrari a ruote alte, vale a dire quello che, nel linguaggio comune, andrebbe usualmente noto come “SUV”. Una vera rivoluzione per Maranello, da cui, però, ci si aspettava da tempo una mossa del genere, soprattutto dopo il lancio della Urus da parte di Lamborghini, sua concorrente naturale.

I numeri tipici, naturalmente, ci sono tutti. Dalla potenza, che tocca i 725 cv sprigionati da un 6.5 litri aspirato per 12 cilindri in configurazione a V, alle prestazioni, con una velocità massima che sfora i 310 km/h e lo zero cento raggiunto in poco più di 3 secondi.

Ma le note che tendono a distinguere questa forza della natura da tutte le altre Granturismo prodotte in tre quarti di secolo, sono anche altre, proprie di ogni “Sport Utility Vehicle” che si rispetti. Dalla trazione integrale - invero, non una novità assoluta nella produzione Ferrari di questo primo torno di nuovo millennio - alle quattro porte - che si aprono a libro - al bagagliaio da 473 litri, estensibili con l’abbattimento degli schienali posteriori - fino ai quattro posti veri - e, da marcare, grazie al passo di 3 metri, anche piuttosto comodi. Un fatto unico, considerando la tradizionale poca o, talvolta, nessuna pietà, che s’è sempre portata per lo spazio dei passeggeri dietro.

Altre chicche che contribuiscono a rafforzare portanza e stabilità del corpo vettura, sono le ruote posteriori sterzanti, il Torque Vectoring per l’anteriore e un sofisticato ABS che porta pure la firma di Bosch.

Eppure, malgrado il pensiero che si tratti del primo “SUV” marchiato Ferrari, sia talmente sugoso da essere dominante in ogni reazione di quel vastissimo pubblico tra appassionati e critica della prima ora, è proprio dai piani alti di Maranello che tengono a richiedere espressamente di non parlare di “SUV”. Anzi. Nello stesso sito elettronico della Ferrari, il cappello introduttivo recita con un motto dal sapore biblico: “come nessun altra”.

Quasi si sia contravvenuti ad una regola sacra interna, a tutto un mondo al quale si era sempre stati legati e fedeli. Quasi in preda al timore d’aver tradito una missione fondamentale, quella di dar vita solo a Gran Turismo di prestigio in grado di mozzare il fiato alla sola vista. Quasi per un moto di pentimento per aver ceduto ad una delle tentazioni più potenti nel mondo dell’automobile di oggi, visto che quello del “SUV” è divenuto perfino un passaggio obbligato per ogni marchio, se s’intende restare sul mercato.

E che, questa proveniente dalla voce ufficiale dell’azienda più nota di Romagna, non sia una richiesta venata di umorismo o, neppiu’, che uno scrupolo di coscienza, lo testimoniano diversi elementi, tra i più vistosi alcune innegabili misure, che, in effetti, allontanano non poco dal concetto di “SUV”. Perché si, la linea di cintura è adeguatamente alta, ma sono appena 185 i millimetri che fanno la distanza da terra, di gran lunga al di sotto della media di tutti gli altri SUV, compresi i più sportivi.

Insomma, se l’obiettivo era di stare al passo delle mode senza rinunziare a quei determinati canoni che hanno caratterizzato le Rosse d’ogni tempo, si può concludere che, infine, vi si sia riusciti, anche se, per questa straordinaria operazione, il prezzo è abbondante al pari delle prestazioni: ben 390.000,00 euro!

Fonti di bibliografia presso l’Editore

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